Quando Andrè tornò
a casa Jarjayes, dopo aver svolto il suo compito, vide che il cavallo di
Oscar non c'era. <<Non so, ha detto
che sarebbe uscita>>, fu la risposta della governante quando lui chiese
sue notizie. Aveva notato Oscar molto
strana da un po' di tempo e non aveva impiegato molto a capire quale fosse
stato il motivo del suo cambiamento. Aveva temuto molte volte
che questo giorno sarebbe arrivato, Oscar era una donna come tutte le altre
benché si sforzasse di nasconderlo. Si può nascondere un
corpo, uno sguardo, ma i sentimenti, quelli no. E Andrè conosceva
abbastanza Oscar da capire che la causa di quel suo mutamento di carattere
aveva un nome, Hans Axel di Fersen. L'aveva capito da molto,
forse lo capì da subito, da quando Oscar parlò di lui a suo
padre per la prima volta. <<Padre, è
stato quel giovane, quello svedese a risolvere la situazione col Re>> disse,
riferendosi all'episodio dell'incidente a cavallo di Maria Antonietta. <<Padre, non ha esitato
un attimo ed ha offerto la sua vita in cambio della mia e di quella di
Andrè>> Gli occhi di Oscar brillavano
in quel momento, di una luce a lui totalmente sconosciuta. Andrè aveva capito
che il suo più grande incubo si stava avverando. Oscar si era innamorata
e lui non poteva farci nulla. Sapeva però benissimo che l'amore
che lei portava per il conte di Fersen era destinato a morire, ma non poteva
certo parlarne con lei. Non erano fatti suoi. Lui doveva essere solo un
attendente per lei, un amico, come era sempre stato. Doveva farsene una ragione
e soprattutto doveva aver il coraggio di aspettare che quell'infatuazione,
perché di quello doveva trattarsi, passasse, così come era
venuta. Ma era maledettamente difficile stare nell'ombra… Rimontò sul cavallo
e decise di andare a cercare Oscar, quello era il suo dovere. Galoppò lungo il
sentiero che da casa Jarjayes si dirigeva verso il corso della Senna. Quello
era il luogo dove, insieme a lei, era solito giocare da bambino. Il rumore
del vento tra i rami e del fieno appena tagliato gli inebriava le narici,
il frusciare lento dell'acqua del fiume lo riportò indietro con
i suoi ricordi, ad un tempo in cui, entrambi bambini, giocavano a nascondino
in mezzo alla radura. La grande quercia secolare
era sulla collina là infondo, il loro rifugio. Era sicuro di trovare
Oscar. E così infatti fu. Scese da cavallo e le si
avvicinò. Si accorse che dormiva…ma che strano..aveva il viso bagnato.
Aveva pianto? Si sedette accanto a lei
e l'osservò. Aveva un aspetto stanco e sciupato, povera Oscar, doveva
soffrire parecchio… <<Oscar, mia piccola
Oscar…>> sussurrò piano e, lentamente con le labbra le si avvicinò
a quella guancia bagnata. Fu più forte di lui.
Non aveva esitato ad appoggiare la sua bocca al viso di lei. Un sapore
strano, di fieno, di salato. Era il sapore della sua Oscar: acre come il
suo carattere, ma rilassante come i suoi occhi. <<Fersen>> Lei aveva mormorato quel
nome nel sonno. Andrè si paralizzò
e si ritrasse, come se si fosse scottato. Ancora quel nome! Si incupì. <<Oscar
svegliati, è tardi>> le disse alzando la voce.
***
<<Dove sono? La collina,
la quercia e questo posto..che paradiso…>> <<Oscar! Madamigella
Oscar!>> <<Fersen siete voi>> <<Devo partire Oscar..>> <<No, Fersen, non
mi lasciate vi prego!!!>> Si mise a rincorrere quella
figura che, con passo svelto si dirigeva verso il suo cavallo. Lei lo raggiunse
e lo prese per un braccio. <<Voltatevi Fersen,
e ditemi che tornerete!>> Quando la figura si voltò,
Oscar fece un passo indietro <<Andrè!!>>
*** <<Oscar, svegliati!
Svegliati!>> Lentamente aprì gli
occhi e vide che il volto di Andrè era reale ed era chino su di
lei. <<Andrè. Devo
essermi addormentata…>> <<Già, e dormivi
pure come un sasso, ti ho chiamato parecchie volte>>. Aveva il tono un pochino
alterato. <<Andiamo a casa Oscar,
si sta rinfrescando. Sulla via di casa, mentre
percorrevano il sentiero nella radura, Oscar guardò con attenzione
Andrè. Le cavalcava davanti, assorto, sembrava, nei suoi pensieri.
Non aveva detto una parola da quando era venuto a cercarla e sembrava che,
in un modo o nell'altro, fosse in collera con lei. Inoltre Oscar trovava
anche piuttosto strano che lui la precedesse a cavallo, invece di affiancarla
come sempre, era come se avesse fretta di tornare a casa. Ma si riscosse
da quei pensieri, molto probabilmente anche Andrè aveva i suoi problemi
e tali questioni non erano fatti suoi. Si lasciò ondeggiare
dal trotto di César e, con la mente, ritornò a quello strano
sogno che aveva appena fatto. La cose più strana era che aveva visto
proprio il volto di Andrè e non riusciva a spiegarsene il significato. Era indubbio che era in
pena per Fersen che, di lì a poco, sarebbe partito per l'America
e allora perché, perché pensare ad Andrè…."Oscar,
che ti succede?" Si trovò a domandarsi. Ma avrebbe fatto bene a
smetterla di pensare a quel sogno, il ballo della sera si avvicinava e,
benchè avesse mandato le sue scuse a Madame Elizabeth, Oscar inconsciamente
avrebbe voluto parteciparvi, per rivederlo.